RADIOHEAD "Kid A" - EMI

Lì per lì questo disco mi aveva fatto girare le palle. Ecco, avevo pensato, la solita menata del G.A.T.S. e cioè del Grande Artista Travolto dal Successo che deve far vedere di essere un genio e non un pupazzetto in mano alle case discografiche, pronto solo a sfornare hit-singles (come se fosse facile…). In più essendo io in possesso della copia in vinile, con la divisione fra side Alpha, Beta, Gamma e Delta (ispirati forse dalle Lancia di una ventina di anni fa…) non avendo fatto studi classici, non sapevo cosa ascoltare per primo. Mi è bastato voltare la copertina e controllare la scaletta e cercare di prestare più attenzione ai suoni. Piano piano l’imbarazzo iniziale per un lavoro a tratti ridicolo, scompare e se anche resta l’impressione di un’operazione più commerciale che artistica, anche se non votata alla pecunia, quanto all’immagine (per primavera si parla già del disco con “vere canzoni”….), la bizzarria si trasforma presto in magnetismo e la glacialità che avvolge sia il sound che il packaging, si scioglie a favore di una sensazione liquida di appagamento. Un lavoro che, meditando in chiave futura, incuriosisce; cosa succederà quando il “warpismo” incontrerà le chitarre smithsiane?
"da Jammai nr. 36/37 - 08-09-10-11-12/00"

Nessun commento: