Chi dice donna dice....

…. Summer! Donna Summer??? Già proprio lei che sulla sessantina (ragazzi per alcuni è l’età di vostra nonna…) si presenta con un nuovo disco intitolato “Crayons” (Matite? ‘zzo di titolo è?) affatto spregevole, a differenza ad esempio dell’ultrapompata bufala di Madonna “Hard Candy” che divorzia, ma purtroppo non abdica e minaccia pure di mettersi a fare la regista. Restando al cinema che dire della prova della bella (un po’ secchina per i miei gusti…) Scarlett Johansson? “Anywhere I lay my head” è come lei: charmante ma esile, etereo in eccesso, con una serie di effetti eco che allontanano anziché coinvolgere, nonostante i brani portino la prestigiosa firma di Tom Waits. Certo un ascolto piacevole ma… ma con Joan As Police Woman andiamo molto meglio. “To survive” ci fa capire che non siamo al cospetto di una meteora, ma di un’artista che smessi i più nervosi cenni harvejani dell’esordio è passata ad un tono intimo, anche in seguito a dolorose esperienze personali, come testimoniano le comparsate di Rufus Wainwright e David Sylvian. …e passando da un Wainwright all’altra eccoci a Martha che con “I know you’re married but I’ve got feelings too” ci regala un disco cristallino di folk non bucolico (nonostante la barrettiana “See Emily play”) e moderno, dotato di molto stile e l’ospitalità data a Donald Fagen non è certo casuale. A proposito di stile, non mancate assolutamente il secondo disco di Shara Worden alias My Brightest Diamond “A thousand shark’s teeth” uno splendido disco ricco di gemme preziose, riflessivo e introspettivo, ma affatto lezioso e con una voce stupenda. Se parliamo di voce non possiamo che terminare con lei: Diamanda. “Guilty Guilty Guilty” è l’ultimo lavoro, chi parla di inaridimento della vena creativa è sulla strada sbagliata. Certo non siamo ai livelli dei primi dischi, ormai la sorpresa è superata ma il brivido che si prova ad ascoltarla resta unico.
(dal Cacofonico nr. 54 - 07/08)