Saldi e ribassi

Anche per il rock è stagione di saldi. Gennaio è un mese dove c’è poco da trovare, forse per la stretta vicinanza con le festività natalizie, ormai da decenni terreno fertile di compilations e raccolte varie saturanti il mercato, le orecchie e, per chi ne è dotato, i testicoli. Proviamo a grattare la crosta della mediocrità generale e cerchiamo qualcosa che possa allietarci i pomeriggi gelidi e nebbiosi. Il primo grosso nome è quello del veneratissimo Antony con tanto di Johnsons che torna al pubblico con il nuovo lavoro “The crying light” (Secretly Canadian). Questo è un artista di cui molti narrano meraviglie, ma a noi sembra più bizzarro che geniale; in più la sua voce non ci piace proprio. Per capirci: “The crying light” è un disco notevole, ma dov’è questa abissale differenza con i lavori precedenti? Così si torna al discorso di prima: Antony è bravo, ma è un segnale luminoso in mezzo ad un oceano di pochezza e se lo metti al fianco di chessò, Nick Drake (uno che non c’entra un cazzo con lui) eccolo che sparisce. Gran nome per il discorrere generale anche quello degli Animal Collective che escono con “Merriweather post pavillion” (Domino Rec.) un ensemble aperto sia come componenti che per ispirazione. Anche qui non si può negare che l’ascolto sia quanto meno variegato, passando da un pop nevrotico a lunghe digressioni immerse in un brodo psichedelico, ma se tornano sul serio i My Bloody Valentine, questi che fine fanno? Ogni tanto poi salta fuori odore di Primal Scream che combinato a trame vocali un po’ pesanti, rendono la digestione dell’album lenta e difficile. I migliori del lotto sembrano questi Glasvegas (“Glasvegas” – Columbia), autori del “tormentino” “Daddy’s gone” ma che si fanno apprezzare per tutta la lunghezza del disco con un rock leggero, ma non troppo, delle gran belle chitarre ed una voce irriverente che ricorda lo Strummer meno incazzato…andiamoci piano però, lì siamo in un altro pianeta…
(Cacofonico nr. 61 del 02/09)