MUSE “Black holes and revelations” - Warner

Se qualcosa di positivo si può dire sui Muse è che non hanno mai sofferto del famoso complesso di Lionello Manfredonia. Come si sa il buon Lionello era giocatore di ottima fattura, ma disgraziatamente davanti a sè si è trovato Scirea che gli ha chiuso ogni spazio verso la gloria eterna del pallone. Stesso problema per Bellamy e soci che hanno incrociato i ferri per la “hall of fame” con gli inarrivabili Coldplay. Questo però non ha intaccato la loro idea di rock e questo nuovo album lo conferma. Come tutte le band degli ultimi tempi sono figli spuri della new-wave, ma il loro gusto per un certo tipo di retorica del rock, li ha fatti approdare su lidi progressive. In verità sono questioni che affascinano i critici più rincoglioniti (li hanno avvicinati anche ai Queen, fossi nei Muse farei partire una denuncia per diffamazione...) i loro fans, in costante aumento, si accontentano di questo lavoro, che certo non rivoluziona il rock e dei loro concerti, un tantino ipercalorici. Vogliono fare le star, ma poi tengono un basso profilo, non per niente Chris Martin si è preso una diva di Hollywood, Bellamy invece una ragazza italiana, meno glamour, ma forse scopa meglio... parla di questo “buchi neri e rivelazioni”?
"da Cacofonico nr. 32 - 08/06"