PATTI SMITH "Peace and noise" - Arista

Chissà perché la signora Smith viene ancora considerata vestale, sacerdotessa o madre superiora del punk, quando il punk è bellemmorto da un pezzo e lei ha tirato su nel frattempo alcuni pargoli, ormai già grandi, come qualsiasi altra mamma? E' pure vedova (chissà se prende la pensione di reversibilità...) eppure resta quell'immagine sacrale, immutata nel tempo. Nel frattempo non è convenuto essere nella lista dei suoi migliori amici, ormai tutti trapassati, vedi Gingsberg e Burroughs in tempi recenti. Immutata dicevamo, come la sua voce e come certi giri di chitarra che però non mancano mai di ispirazione. Del resto qui siamo quasi in territorio Dylan: o l'adori o le spari e del grindcore e della jungle qui te ne cucchi poca. Io sono un affezionato e non faccio testo, anche se preferivo "Gone again", ma l'elettricità di certi momenti mi emoziona, nonostante il belare di pecorina Stipe ad esempio che da un pezzo non usava le sue corde vocali per materia così pregiata. Patti santa, regina, puttana e madre, mentre gli altri, se tutto va bene, sono solo musicisti. Dedicato a Isabella da Riccione, poetessa ed anima dolce e rumorosa.
"da Jammai nr. 22 - 03/98"

PORTISHEAD "Portishead" - Go!Beat

Torna il "bristolsound" d.o.c. e mi fa subito riflettere: questo interessante, anche se un po' ripetitivo, leggermente soporifero e pieno di tensione, rimescolamento di antiche suggestioni musicali, non l'ho già sentito? Certo e non ho dovuto fare neanche troppa strada, perché era nei dischi di papà e mammà che, beati loro, negli anni dorati si sciroppavano mielosi singoli di Mina, Endrigo, Paoli e tante altre chicche minori che a quei tempi neppure veniva considerata musica. A questo punto scatta un'altra considerazione: come mai uno dei più grossi successi del '97 altro non era che un remake di un successo dei Police, una volta gruppo underground? ...e come mai sta prendendo piede un recupero non tanto delle radici quanto della merda degli anni passati (vedi Rod Stewart ed altri cadaveri) per confezionare hits anche peggiori. Una volta si sarebbe parlato di mancanza di idee, ma la questione è più profonda, perché i revivals non esistono più e vengono ora chiamate "contaminazioni"; così trovi metallari cannati o rappers che bevono solo acqua minerale che chiedono rispetto anche per Nicola Di Bari. Era così anche nei fifties finchè non si vide Elvis, nei sixties con i baronetti e la psichedelia, nel '77 con la banda Lydon ed ultimamente con Kurt il tragico. Stiamo aspettando...
"da Jammai nr. 22 - 03/98"

METALLICA "Reload" - Vertigo

Che senso hanno i Metallica in questi anni in cui il metallo è terra di dominio dei vomitatori di Satana ed inculagesubambini? E' semplice, direbbe qualcuno, loro non sono più metal, così assorbiti dalla notorietà, dai tours, dai soldi, dalle superproduzioni, da tutto quello che, diciamo la verità, ci fa diventare viola dall'invidia. Certo, non sono più sorprendenti e corrosivi come un tempo, ma non sono neanche quelle mozzarelle che certa critica, impegnata poi ad osannare l'ennesimo fetente clone dei Dream Theater, ci vorrebbe far credere. Vanno avanti per la loro strada, con un occhio ai fans, da non deludere ed uno al conto corrente da rimpinguare, ma come sempre nessuna delle tredici canzoni di questi rimasugli del precedente "Load" è da buttare ed in tempi come questi è una cosa da tenere in cosniderazione. Gira che ti rigira uno dei migliori dischi dell'anno, anche per quel graffio al cuore che è la voce di Mrs. Faithfull, una che non ha mai sbagliato "compagni di merende".
"da Jammai nr.22 - 03/98"

BJORK "Homogenic" - WB

...e brava la nostra signora... azzecca un altro disco e si pone alla testa del female-rock britannico insieme a quell'altra bella tipetta di PJ Harvey. In tempi di Spaisgherl questo cd non può che farci bene; giorni in cui la musica costruita a tavolino (e questa lo è) dagli insulti sanremesi è passata alle prime pagine dei giornali di tendenza (quale tendenza poi?), ma qui, a differenza che da altre parti, c'è una voce bella e tagliente che testimonia il suo tempo senza sparire dopo quindici giorni, inghiottita dall'ultima grido. Bjork con "Homogenic" fa capire che sarà eterna anche se immensa lo deve ancora diventare.
"da Jammai nr. 22 - 03/98"