JOHN ZORN/MASADA "Alef"/"Beit"/"Gimel" - Disk Union

Eccolo di nuovo il piccolo-grande terrorista. Eccolo che, fra una disgressione metal ed un trasognamento dub, torna al jazz. Gli è servito sicuramente suonare nelle solite centotrentasei formazioni diverse per capire che i Naked City erano da uccidere, anche se alla fine sarà un cadavere eccellente. I Masada preferiscono mischiare sensazioni mediorientali al fumo dei clubs di Harlem, regalando brividi in un ambiente che ultimamente si era plastificato ed un brano suadente come "Bith aneth" potrebbe essere la "Round midnight" dei nostri tempi.
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

SWANS "The great annihilator" - Young God

Michael Gira, si sa, ha poca voglia di scherzare e non lo fa neanche questa volta. Il disco però, a dispetto del titolo, non annichilisce, anche se resta a livelli alti. I suoi "Cigni" stanno evidentemente cercando una nuova strada, mantenendosi per ora la centro (anche loro!) fra terrorismo cacofonico dei primi tempi e melodia passionale. I fans comunque non saranno delusi.
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

SONIC YOUTH " Made in U.S.A." - Rhino

Le colonne sonore sono a volte un "divertissment" per intellettuali ("Pulp Fiction"), un pistone del motore ritmico della pellicola ("Natural born killers") od una bieca operazione commerciale ("Singles", "Judgement night", "The Crow") dove si cerca di fare soldi anche nei negozi di dischi (quante delle canzoni presenti sul cd avete poi ascoltato nei films sopracitati?). I Sonic Youth, ovviamente, si distaccano da tutti questi modelli perché realizzano un "soundtrack" con singhiozzi avvelenati che danno l'idea di ciò che verrà dopo (il film è del 1986), ma che proposti in successione non dicono poi molto. Più interessante la pellicola che Rai Tre ha proposto recentemente all'ora di pranzo (pazzia o stupidità?) e che altro non è che un road-movie venato di romanticismo fra le Chernobyl e le Seveso degli Stati Uniti.
"da Jammai nr. 5 - 05/95

PORTISHEAD "Dummy" - Go Beat

A differenza di tante persone autorevoli, io non ho visto la luce ascoltando questo "Dummy". Certo l'idea di base è notevole ed i campionamenti sono eccellenti, ma alla lunga la continua ripetizione delle linee melodiche diventa logorante. Più che Bristol-sound è abbiocco-music. La storia si ripete, come ai tempi dell'esordio dei Cowboy Junkies, quando si gridò al miracolo per la misurata rarefazione della band. Io però, ascoltando questi Portishead riuscirei ad addormentarmi con la faccia tra le gambe della Dellera.
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

PAINKILLER "Execution ground" - Subharmonic

Bill Laswell ha fatto una scommessa: "Farò un disco per ogni cazzata che dice Emilio Fede" e l'ha sostenuto davanti a dei testimoni; ora poveretto, eccolo qua, obbligato a far dischi a rotta di collo, fortunatamente dello stesso livello delle frescacce del buon Emilio: immenso. Qui lo aiuta un altro che vive ventisei ore al giorno: tal John Zorn da Niuiorc o da Tochio o da Misericordia di Prato; perchè lui, si sa, è in ogni luogo ed in ogni genere musicale. Due cds per ottanta minuti ripartiti in cinque canzoni dai titoli spesso impronunciabili. Una musica da demone sotto la pelle che va dal free-jazz all'ambient. Un tour de force di suggestioni, ma non preoccupatevi, quando avrete finito di ascoltare i nostri eroi, loro saranno già da un'altra parte, forse in un altro pianeta. Incontenibili e spudorati, proprio come Emilio...
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

ORANGE 9MM "Driver not included" - EastWest

Gli orfani dei Rage Against the Machine potranno placare il loro istinto animale ascoltando questo gruppettino che fa del crossover la sua bandiera, mischiandolo a tendenze più vicine al noise e rendendolo più variegato di quella mattonata che era il disco di Tom Morello e soci. Gli altri possono aspettare quattro o cinque mesi, quando questo "Driver not included" si troverà negli scaffali dei dischi bucati (cosa già avvenuta per gli Sweet Lizard Illtet ed altri).
"Jammai nr. 5 - 05/95"

MORRISSEY "World of Morrissey" - Parlophone

Questo non è il mondo di Morrissey, o meglio, non solo questo. Questa è un'altra delle tante antologie che ci asfissiano sin dagli esordi degli Smiths ("Hatful of hollow" era il secondo lp...). Visto che la maggior parte degli episodi è tratta da quel "Beethoven was deaf", album live dove Moz rovesciava il vecchio detto di di essere un senzapalle, perché buttare via i soldi in questo inutile gadget "for sfegatated fans only"?
da Jammai nr. 5 - 05/95"

MASSIVE ATTACK "Protection" - Circa

Secondo lavoro per questa band che ha azzerato l'esperienza della musica nera donandole una freschezza perduta da tempo. Nessuna enciclopedia del musica soul per fortuna (qui si sentono più i Goblin di "Suspiria" che Otis Redding...) ma un suono urbano coinvolgente dai figli dell'immigrazione che conturba il cervello prima di far muovere il culo.
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

MASSIMO VOLUME "Lungo i bordi" - Wea /// LA CRUS "La Crus" - Wea /// KARMA Karma" - Rircordi /// TIMORIA "2020 Speed Ball" - Blackout/Polygr

PMI "Parole Musica Istinti " - Le ragazze terribili/Flying
FLUXUS "Vita in un pacifico mondo nuovo" - Sony
CASINO ROYALE "Sempre più vicini" - Black Out/Polygram

"La musica italiana non fa più paura" cita la pubblicità ed è proprio questo il punto: la musica italiana non ha mai fatto paura, non inquieta, non infastidisce, quando va bene solletica. Così ora ci troviamo di fronte al rocchitalianocantatoinitaliano che approda alla corte delle, detto alla romana, "meggior", ma ormai, si sa, neanche più in Amazzonia ci sono gli indios, figuriamoci le indies... I migliori del lotto sono sicuramente i Massimo Volume, che avevavno già stupito con "Stanze" tempo fa. Sono monotoni e deprimenti, ma in senso buono (ammesso che esista) cioè il lungo recitare di scuola-CCCP scivola su una continua serie di dissonanze che dilanianocon la forza dei ricordi. Parlano di cose comuni (anch'io nel freddissimo inverno del 1985, stavo in casa ad ascoltare Jim Carroll... chi se ne frega, direte giustamente voi...) ma fanno risaltare il lato inutile della nostra esistenza. Faranno la fortuna dei vostri psicanalisti. I La Crus invece hanno scoperto i cantautori con vent'anni buoni di ritardo, ne rifanno il verso e per riuscirci meglio indossano i panni dei genovesi-maledetti-esistenzialisti che, a pensarci bene, hanno anticipato anche il loro idolo Nicola Caverna. Una compagnia di allegroni insomma, che però manca di sincerità nel risultato e soprattutto di "magia". Sembra che Tenco, dopo aver sentito la versione di "Angela", sia tornato nel mondo dei viviper poi spararsi di nuovo. Più moderni i Karma, ma non per questo più piacevoli; certo il disco è realizzato bene, suonato bene, mixato (forse) bene, ma quando arriva la fine uno si alza e se ne va senza che gli sia rimasto nulla. Hanno imparato bene la elzione di Seattle nonché quella di Pelù, ma sembra di ascoltare sempre la stessa canzone e la stessa cosa vale anche per i Fluxus ed i PMI, anche se questi ultimi hanno sicuramente più idee. I Timoria invece, sono riusciti nella titanica impresa di fondere il peggio degli anni settanta con il peggio degli anni ottanta, complimenti! Per ultimi i Casino Royale che hanno realizzato un bel disco dal "respiro" internazionale, ma che alla lunga tedia leggermente.
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

MAD SEASON "Above" - Columbia

I supergruppi abitualmente non funzionano nè in musica nè in politica; troppi gli ego (o gli eghi?) da soddisfare e nessuno che voglia fare il semplice, ma utile, portatore d'acqua. Questa "Stagione Pazza" ha in verità una sola star e cioè Layne Staley, voce griffata degli Alice in Chains, ecco perché viaggiano bene. Disco sotterraneo ed a tratti quasi timido, ma indubbiamente di classe, forse a sancire che Seattle ha smesso di strillare. Lontano dalla malattia di Alice in Catene e dai trionfi dei Pearl Jam, forse dalle parti dei Temple of the Dog, ma più probabilmente su una strada diversa da tutti, una strada che prima o poi il "grunge" doveva imboccare.
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

LEFTFIELD "Leftism" - Columbia

Dall'Inghilterra continuano ad arrivare revivals: dal punk alla new wave ed ora già si parla (si tocchi le palle chi ne è dotato...) di new-new-romantics!!! Fortunatamente arrivano anche prodotti come questo che vedono sì la presenza di Monsieur Le Punk (alias Gionni Rotten) ma scaraventato giù per le scale di un club house. A dire il vero non è l'unico ospite, vista la presenza (gran bella presenza...) di Tony Hallyday, voce dei Curve, gruppo che prima o poi ci mancherà. "L'area di Sinistra" (che sia il gruppo di Romano Prodi?) ha sfornato dunque un disco che sorprende ad ogni passaggio e non stanca mai.
"da Jammai nr.5 - 05/95"

PJ HARVEY "To bring you my love" - Island

E' tornata la regina degli sfigati, la principessa degli incompresi che, se vogliamo, si sente meglio di prima. Infatti gli albums precedenti ci mettevano di fronte una persona che cercava una via d'uscita ed ora questo grido diventa quasi un sussurro. "Diluvio", il produttore, ha capito lo stato d'animo della sua cliente ed ha avvolto questo disco nella carta vetrata, intingendolo poi nel miele. Il disco più bello di Polly.
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

GENE "Olympian" - Costermonger

Se qualcuno vi racconta che non è vero che i Gene siano la copia degli Smiths con un miliardo di volte di classe in meno, vi ha detto una gran cazzata.
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

ELASTICA "Elastica" - Geffen

Ascoltando questo lavoro degli Elastica (simpatico dischetto, senza dubbio) mi sovviene un pensiero che poi è una domanda: perché, in questo momento di recessione economica, io devo buttare trenta e rotte carte da mille in un disco che è la copia sbiadita di alcune opere dei vari Wire, Stranglers, Cure e, addirittura, Blondie, quando possiedo già tutti gli originali?
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

BOB DYLAN "Unplugged" - Columbia

Cazzo, ci risiamo! Si ripiomba di nuova nel Mesozoico della musica rock con Mr. Zimmerman che oltre ad essere un grande artista è anche un grande paraculo. Eccolo che si da' all'acustico (humour: ha! ha! ha!) e scopre l'unplugged mentre viene coperto di dollari da MTV. La tentazione è quella di mandarlo a fare in culo, poi uno legge la scaletta e gli viene fastidio... e dopo che fa? Deve forse far vedere di non essere una caridatide acquistando il nuovo (nuovo?) cd dei NoFx?
"da Jammai nr. 5 - 05/95"

BELLY "King" - 4AD

A differenza di Lina Wertmuller la dolce Tanya Donnelly non gradisce i titoli lunghi (il precedente si chiamava "Star") ma ama un genere di rock che ormai è l'unica a portare avanti. Noi siamo con lei perché questo "King" è dotato di canzoni irresistibili. Ballate dolci e nervose venate da quella fragrante pazzia che, ad esempio, rendeva grandi i Pixies. Canzoni più solari, forse perché incise a Nassau o perché levigate da un grande come Glyn Johns, ma non per questo volgarmente mainstream. Più dischi come questo, please.
"da Jammai nr. 5 - 05/95"