ELLIOT SMITH "Figure 8" - Dreamworks

Questo cantautore senza voglia d’esserlo si è affacciato alla ribalta in maniera molto tranquilla, con la sola voglia di scrivere e cantare canzoni, cosa peraltro naturale, ma che molti, vedi quelli nostrani che fanno pessimi comizi, oltre che inascoltabili canzoni, o pretendono l’appellativo di maestri, non hanno ancora ben chiara. Borges parlava dell’ironia di Dio, essendo lui cieco, ma anche direttore di una delle più grandi biblioteche del mondo e ciò ha sfiorato anche Smith, che con un nome ed un fare assai anonimo, è approdato ad una fama hollywoodiana partendo dal Nebraska (un paesone che dovrebbe dirvi qualcosa). Perché io? Si chiede Smith, ma Dio è ironico e ama la buona musica, anche se gradiva un’influenza meno beatlesiana (quei presuntuosi che dicevano di essere più popolari di lui…) nei brani. Qualcuno dice che c’è poco di nuovo, casomai sono gli stessi che si masturbano sulle inutili evoluzioni (ed involuzioni) dei M. Kuntz alle prese con un remake di marca Ranaldo/Moore, questa però non è ironia, ma di Dio ce n’è uno solo….
"da Jammai nr. 36/37 - 08-09-10-11-12/00"

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