BLONDIE "No exit" - BMG

In questi anni di infame ed estenuante recupero degli eighties, ad un certo punto i Blondie devono aver detto: “Ma gli anni 80 siamo noi!”. Il che ovviamente non è vero, ma quanti fra noi, ai tempi di “Heart of glass” fra i tredici ed i sedici anni, si sono masturbati all’idea di metterlo fra le cosce della sontuosa Debbie Harry. Il tempo, si sa, passa ed oggi la biondona è una signora di cinquant’anni che ha recuperato la forma (piangeva il cuore nel vederla sfatta ed abbruttita nel lancinante e bellissimo film “Dolly’s Restaurant”), ma davanti alla quale dobbiamo sempre toglierci il cappello (quante starlettine ridicole di oggi, lovette, imbrugliette o morisette che siano, sacrificherebbero la propria carriera per stare vicino all’uomo malato che amano?). Questo disco non suona come quello che avremmo sognato, ma ci piace lo stesso. Bentornati. Con affetto.
"da Jammai nr. 29 - 05/99"

FATBOY SLIM "You've come a long way, baby" - Skint/Epic

Una volta si diceva: “Ad ognuno il suo lavoro, gli ignoranti alla carriola”. Sparito purtroppo l’arcaico veicolo che accompagnava la vita dei muratori e dei forzati nei film degli anni 30, si sarebbe potuta sostituire la carriola con la voce giradischi. Così oggi ci troviamo tante braccia degne di un bel lavoro sudato che restano inerti, oppure smanettano dietro ai dischi più improbabili. Gente che poi va in giro a cianciare sul suono del futuro. Il mondo è bello per questo: un giorno sei emigrato in Germania, poi finisci a fare il giudice e va a finire che diventi pure senatore…. Fatboy Slim, incerto già nel nome, non ci da’ sicurezze, ma soprattutto non è neanche sfrontato, va in giro a raccontare (come se fosse un vanto…) che faceva parte degli Housemartins, ma forse non è vero. Del resto se questa è musica, allora è vero tutto.
"da Jammai nr. 29 - 05/99

PROPELLERHEADS "Extented play" - Wall of Sound

Non vinceranno i Grammy i Propellerheads, ma sicuramente un premio gli ecologisti glielo devono: sono i più grandi riciclatori di rifiuti musicali degli ultimi dieci anni. Degni profeti di questi anni senza idee e senza volto, capaci di citare qualsiasi influenza e di buttarla in un disco così come viene loro in mente e soprattutto abili nel resuscitare veri e propri “morti”, almeno nella coscienze collettive. L’ex-voce dei film bondiani ieri, ex-rappers di razza oggi. Che fare? Complimentarsi? Sputargli? Fate voi, a me sono simpatici ed il brano con i fratelli della giungla è notevole.
"da Jammai nr. 29 - 05/99"