dEUS "Worst case scenario" -

Lo sapevate che le barzellette sui carabinieri, i francesi le raccontano invece sui belgi? Bene, dopo questa annotazione di grande cultura, posso solo sconsigliarvi dal fare lo stesso in presenza di Van Damme, che non mi ricordo mai se è belga od olandese. Meglio non rischiare comunque. I dEUS sono sicuramente belgi e non menano come fabbri, ma fanno buon rock, si trastullano ogni tanto con qualche giochino “tres indie”, ma quando dicono sul serio si fanno apprezzare anche più di certi loro colleghi “brittamericani”. Dedicato a tutti coloro (i discografici italiani) che credono che i gruppi non anglofoni, per sfondare debbano cantare nella loro lingua originale.

WHALE "We care" - Hut

Simpatica questa formazione svedese, almeno quanto il cetaceo a cui dicono di ispirarsi. La loro musica è un fresco guazzabuglio di sonorità diverse, su cui svetta una voce femminile che fa tanto indie-foxcore. Il loro progetto musicale ricorda quello politico di Buttiglione (non il grande colonnello di Jacques Duphilo, ma il lesso filosofo), cioè non ci si capisce niente, ma è spassosissimo. Interessante anche il packacing metallo/plasticato.
"da Jammai nr. 7 - 09/95"

THERAPY? "Infernal love" - A&M

Dall’Irlanda del Nord con furore, ma non troppo, sennò il mercato non recepisce. I Therapy? sanno comunque come fare album belli e sanno come fare album che vendono. Non sappiamo se questo sarà un successo commerciale, anche perchè se avessimo certe doti faremmo un altro lavoro; ma sappiamo che questo “Amore infernale” è l’opera meno scintillante della loro carriera. C’è tutto il campionario delle loro cose migliori loro, ma sembrano meno convinti, soprattutto quando si avvicinano pericolosamente a certi lidi vicini al terrificante suono “simpolmainds”. E’ vero che i Therapy? sono la prosecuzione ideale del rock britannico anni 70 e 80 (meno), ma certi scheletri li devono lasciare negli armadi dei Blur...
"da Jammai nr. 7 - 09/95"

SUPERGRASS "I should Coco" - Parlophone

Questa band non è il gruppo dell’ex-ministro Giuliano Ferrara, ma suscita in me gli stessi sentimenti, visto che questi neo-mod, come ha sempre fatto il ciccione con le bretelle, si schierano dalla parte del più forte. Quel british-sound così sixties, ma anche così punk; così new-wave, ma anche così sporco di soul; così nuovo, ma anche così revival; così Who, ma anche così Oasis; così inglese, ma....andate a fare in culo!
"da Jammai nr. 7 - 09/95"

SOUL II SOUL "Volume V Believe" - Ten/Virgin

Agosto non è un gran mese per le uscite discografiche, quindi bisogna accontentarsi. In più si ha poca voglia di star dietro alle cose complicate. Meglio andare in vacanza con qualcosa di leggero leggero (del resto com’è possibile fare le parole crociate in spiaggia ascoltando gli Impaled Nazarene o Philip Glass?). Questo Quinto Volume dell’enciclopedia della formazione inglese, conferma che Jazzie B non è certo un genio, come si sosteneva anni fa, ma un tipo dannatamente in gamba, che raramente riesce ad annoiare.
"da Jammai nr. 7 - 09/95"

OPPOSITION PARTY "Brain fucked" - 7" - Le Silence de la Rue

Hardcore from Singapore? Scusate il giochino di parole, ma è almeno sorprendente ascoltare tale tipo di musica, da un gruppo proveniente da una delle perle dell’estremo oriente. Questi Opposition Party sono sfuggiti alle nerbate che in tal luogo vengono distribuite in profusione a chi disturba la quiete pubblica (oppure ne hanno prese troppe) e ci presentano un allegro singoletto con quattro brani incisi in maniera tale che, qualsiasi band al mondo, a parte quelle italiane, si vergognerebbe di far ascoltare anche ai propri parenti. Consigliato agli amanti delle varie sottoculture trash, ma anche ad altri, perchè questo hard-core dozzinale prende spesso una piega allucinante del tutto imprevibile quasi in stile crampsiano!

MESHUGGAH "Destroy erase improve" - Nuclear blast

C’è del marcio in Danimarca, sosterrebbe ancora oggi il buon Amleto, ma aggiungerebbe: anche in Svezia e Norvegia, visto la scena musicale ed in Finlandia stando ai quadretti, tutt’altro che rasserenanti, dipinti da Kaurismaki. Il mito del grande nord efficiente e tollerante è finito, al pari di quello della focosità dei popoli latini. Ora sono tutti barbari che vogliono colpire senza ritegno il cuore dell’impero del rock, ormai vastissimo. Questi Meshuggah arrivano dalle terre di Liedhom, ma non hanno precisamente lo stesso aplomb, anzi sono incazzati come saraceni. Forse perchè la patria del permissivismo di storica memoria, è anche la più densa di suicidi, di alcolismo, di incomunicabilità (leggetevi i testi, Bergman li conviderebbe, altro che Pantera!).
"da Jammai nr. 7 - 09/95"

KORN "Korn" - Immortal/Epic

Heavy-metal celtico? L’avevamo già visto in parte con gli Zeppelin.... Crossover contaminato? Anch’esso non è una novità.... Allora perchè acquistare questo disco dei Korn? Semplicemente perchè trattasi di uno dei migliori esempi di metal estremo intelligente, da contrapporre a quello cretino di certi trashers, grinders, noisers, trito e ritrito o smaccatamente modaiolo “perchèadessobisognasuonarecosì”. Certo anche i Korn (non geniali come gli Scorn) cadono nelle trappolone del deja-ecoutè, ma è un peccato veniale e se saranno capaci di rendere più variegata la propria incendiaria miscela sonora, saranno un grande nome su cui puntare in futuro.
"da Jammai nr. 7 - 09/95"

FSOL "Isdn" - Virgin

Il gentil Pennello dice che soffro di andropausa (che come sanno bene tutti gli affezionati lettori di Gibson e Sterling, è la pennichella degli alieni), ma che dire allora di questo duo che fa concerti per telefono e titola i dischi con il codice fiscale? Il futuro è già ora, direbbe chi è preoccupato dal fatto che adesso anche la pupù la devi fare via Internet (il famoso cyberstronzo). Qualcuno però mi deve spiegare perchè in questo parco delle meraviglie tecnologiche una raccomandata-espresso da Torino a Milano impiega sei giorni ad arrivare? Meglio non pensarci e lasciarsi andare nell’aria liquida dei FSOL che fa vibrare le fibre ottiche con intenso sentimento ed autentica suggestione.
"da Jammai nr. 7 - 09/95"

FEAR FACTORY "Demanufacture" - Roadrunner

Attenzione: trattasi di disco importante. “Demanufacture” è quello che si definisce un disco-boa e chi non vira in questa direzione, va dritto sulla scia del risaputo. Molti considerano il metal estremo un genere musicale per deficienti; irridono il grind, il death ed il trash partendo giustamente dai nomi delle bands, dai titoli, dalle covers dei dischi. Facile, troppo facile. Rimane il fatto che negli ultimi anni l’unico tentacolo “vivo” della musica rock è stato proprio detto genere. Molte di queste bands hanno comunicato con altre di tutt’altro tipo, si sono lanciate in esperimenti a volte incredibili; mentre tutti quanti sbavavano dietro qualche gruppo-grunge creato a tavolino (è facile: una dose di fuzz, una di sguardo perso nel vuoto, una di camicia di flanella ed eccovi gli Stone Temple Pilots!). I Fear Factory per molti saranno un altro gruppo da prendere per il culo, per noi no; hanno realizzato un capolavoro. In un calderone rovente dove finiscono i Metallica, i Ministry ed i Therapy? (quelli veri, non gli ultimi) c’è spazio per brani pop alla Cope (la cover “Dog day sunrise”) o crossover come “Replica”, dove la Fabbbrica della Paura, sembra una versione incazzata dei Red Hot C.P. od una, meno noiosa dei RATM. Chi ha voglia di futuro si sintonizzi qui, gli altri continuino pure a ridere, guardando anche “l’orrenda” copertina, con quella splendida idea della spinadorsale/bar-code.

DEEP FOREST "Boheme" - Columbia

Foresta profonda, mare volante, monti che appaiono e scompaiono. Un mondo giusto. Utopico. Fisarmoniche nel deserto. In Bosnia suonano i sitar anzichè i mitra. I Giapponesi smettono di pensare al lavoro, gli Americani incominciano a pensare e basta. Castagna viene rapito dagli alieni e non tornerà mai più. Un mondo migliore. Utopico. Inni nazionali su basi house. Raves al posto delle sedute parlamentari. Non avrai altro muezzin al di fuori di me. Facce da kabuki. Ho sbagliato acido? No, ho solo azzeccato il disco giusto.
"da Jammai nr. 7 - 09/95"

BUFFALO TOM "Sleepy eyed" - Beggars' Banquet

I Buffalo Tom non tradiscono mai: precisi, poco chiassosi, non si scopano le divette trendy come certi loro colleghi e forse non vendono neanche tanto, ma a differenza di tanti altri, non hanno mai inciso un album brutto, con qualche punta di vera eccellenza. Anche questa volta non ci lasciano a piedi, ma ci portano a fare un bel giro a folle velocità tra le lande del più trascinante punk’n’roll. Noi ci divertiamo come pazzi anche per quelle ballatine elettriche che ci scaldano il cuore. Altro che occhi assonnati, qui si scoppia di vitalità!
"da Jammai nr. 7 - 09/95"

BANCO DE GAIA "Last train to Llhasa" - Planet Dog

Siete andati a vedere “Prima della pioggia” di Manchelski? No? Male. E’ il film più bello della stagione passata. Tra l’altro ha una colonna sonora bellissima e questo “Ultimo treno per Llhasa” non carica Glenn Ford come quello per Yuma, ma odora di spezie balcano/medioorientali quanto suddetta soundtrack. Strano perchè dai miei lontanissimi ricordi scolastici Lhasa mi sembrava essere una città cinese nei pressi del Bhutan. Visto che però di figli di Bhutan è pieno il mondo e che la vera musica mistica non si mastica, tanto vale allargare il pentagramma e creare un’autentica Internazionale Sonora, navigando su un fiume che mischi le acque del Tigri e dell’Eufrate, del Tamigi e dell’Ob. Senza così dimenticare quella voglia di club, che rende questa musica un po’ ruffiana, ma indubbiamente trascinante. E’ nata forse la techno pacifista?
"da Jammai nr. 7 - 09/95