CALEXICO “Carried to dust” - City Slang

Non credete a coloro che parlano di musica di frontiera. Tanto meno credete a quelli che parlano di imbastardimento pop. L’approccio alla musica dei Calexico non è morbido, bensì notturno ed ormai le frontiere non esistono più, se non nella mente di qualche primate della politica localistica che ancora oggi campeggia sulle pagine dei giornali, ma che la storia spazzerà via presto. La ditta Burns/Convertino nonostante tragga la sua linfa dai vari “folk” americani (siete ancora convinti che ce ne sia uno solo?) sono un ensemble straordinariamente cosmopolita, in grado quindi di comunicare le loro sensazioni ad un pubblico planetario. Dolcezza e rabbia, sì anche rabbia, perché non c’è bisogno di una montagna di distorsori per denunciare un omicidio politico come quello di Victor Jara, poi giorni e notti senza sonno, ma al riparo da ogni affanno, perché questa è musica che protegge, perché fa bene all’animo. In giro ci sono tensione “r.e.m.iane”, trombe messicane e sussurri di slide-guitar, ma è tutta illusione, il nucleo dei Calexico è il cuore e quello non ha nazionalità.
(da Cacofonico nr. 57 del 10/08)