SYSTEM OF A DOWN “Mezmerize” - American/Columbia

Proletari di tutto il mondo unitevi!! La notizia è questa: il principe Alberto di Monaco, da sempre avvistato al fianco delle più grandi supertope del pianeta, ha messo incinta una cameriera ed una donna delle pulizie. Della serie: se vuoi scopare bene, devi andare dalle donne del popolo; nemmeno Fromm in “Marx e Freud” era arrivato a tanto. La questione si ripropone con i SOAD, che come immigrati armeni nella ricca terra hollywoodiana potevano al massimo aspirare ad una grande carriera di lavamacchine o scippatori ed invece sono diventati delle stelle del metal. Il nuovo disco in parte, parla proprio di questo, ma l’argomento è presente in tutta la loro musica. L’etnia degli armeni (ricordiamolo perché fa bene: prime vittime di uno sterminio di massa nel secolo scorso ad opera dei Neo-Europei Turchi, che continuano a negare) non è presente in senso di musica folk, ma come strana forma di follia che si estende da tutti i paesi balcanici fin verso l’Asia, dove tutto si accumula, si mischia, si cancella per poi rinascere sotto nuova forma. Del resto in ogni canzone dei SOAD ci sono idee per almeno un paio di lp e noi fai in tempo a scaldarti muscoli su un riff nu-metal che devi già memorizzare un ritornello funkeggiante e quando l’hai fatto i nostri sono già in un’opera lirica. Mezmerize accentua ancor di più dei dischi precedenti questa tendenza, arrivando quasi alla schizofrenia ed in un ossatura granitica entrano ed escono riferimenti new wave, punk ed hardcore, più qualche peccato veniale come una ballata di marca Hetfield che però è fatta talmente bene, da non potersi confondere con i tanti Petallica (i Metallica fatti col culo) che invadono i canali satellitari musicali. Proletari di tutto il mondo, siamo di fronte ad una band più anarchica che comunista, ma se oggi volete apprezzare lo spirito che fu dei PIL e dei Dead Kennedys, unitevi ai SOAD.
"da Cacofonico 06/05"