URGE OVERKILL "Exit the dragon" - Geffen

Estimatori del trash nobile, almeno a livello visivo, gli Urge Overkill sul pentagramma omaggiano la grande tradizione British. Un bell'album fresco di trent'anni fa, forse una raccolta di outtakes dei Kinks, oppure (senza esagerare con l'avanguardia) qualche richiamo ad Iggy Pop. A volte vengono in mente gli Smithereens che però erano molto meglio. Insomma il solito pastiche per palati fini e non solo (Tarantino non è certo un Lord...) che però mette di buon umore. Da ascoltare quindi la domenica mattina, mentre state scopando, così se suonano alla porta i Testimoni di Geova, non li prendete a fucilate.
"da Jammai nr. 8 - 11/95"

SONIC YOUTH "Washing machine" - Geffen

Vabbè che la Gordon e Moore han messo su famiglia, ma intitolare un disco lavatrice... Forse avevano ragione gli Husker Du (ma gli Husker Du hanno sempre ragione...) sostenendo che la rivoluzione parte ogni mattina davanti allo specchio del tuo bagno e di rivoluzioni i Sonic Youth se ne intendono. Risulta che questo lavoro, da molti considerato "dell'appagamento", è tutto fuorché appagante, molto più inquieto degli ultimi sbiaditi lavori che invece avevano fatto sbavare la critica dominante. Forse qualcuno è infastidito dal fatto che da poco è uscita una biografia celebrativa della band, oppure pensano che dopo ogni due dischi di cui si parla bene il terzo bisogna stroncarlo. I Sonic Youth se ne fregano di tutti questi calcoli e vanno per la loro strada e noi, affascinati, li seguiamo. Dedicato a Gorni Kramer, un grande che i Sonic Youth avrebbero certo apprezzato.
"da Jammai nr. 8 - 11/95"

SMASHING PUMPKINS "Mellon Collie..." - Virgin

I Giornali Musicali, quelli veri, quelli con le pagelline, le faccettine e gli asterischini, avevano deciso, prima della sua uscita, che il nuovo disco degli Smashing Pumpkins sarebbe stato il disco dell'anno. Ora ci troviamo di fronte ad un monumento di due ore, opera perfetta epr il teenager-evoluto-disadattato medio che non lavora, non studia, non chiava, non ascolta il grunge e maiepoimai la tecno o il neo-hardcore ed ha quindi il tempo per sciropparsi "Mellon Collie". Io, come quei vecchi rincoglioniti in certi bar della provincia sperduta, sempre impauriti dall'idea che "prima o poi i fascisti ritorneranno", sono terrorizzato al pensiero del ritorno del progressive. Immaginatevi i miei brividi quando sento Billy Corgan dichiarare di voler diventare un grande compositore e di essersi ispirato alla ELO! Il doppio cd in questione è allora una vera e propria pietra tombale della musica alternativa. Tutti questi anni di do-it-yourself, di underground, di opposizione al mainstream, entrano definitivamente in museo per far posto al "genio" di Chicago, bramoso di trovare il suo posto nella "R'n'r Hall of Fame". Ce la fara? Lo sapremo tra vent'anni. Intanto posso dire che i Sex Pistols, Dylan, i Nirvana, gli Smiths, gli Area e tanti altri mi hanno cambiato la vita. Gli Smashing Pumpikins no.
"da Jammai nr. 8 - 11/95"

RED HOT CHILI PEPPERS "One hot minute" - WB

Riuscire nell'impresa di bissare i vertici creativi e monetari di "Blood, sugar, sex, magic" sarebbe stato impossibile per chiunque, soprattutto ora che certo crossover è innovativo quanto il "Dadaumpa" delle Kessler. Flea & Co. hanno fatto la scelta migliore: se la sono presa con calma, alternando concerti in giro per il mondo a sfuriate in surf alle Hawaii. Ora che John (Jack) Frusciante è uscito dal gruppo, ci troviamo con una cacata di libro in mano, ma anche con Dave Navarro alla chitarra che irrobustisce non poco la band, senza però nulla togliere alla fantasia. I Peppers hanno poi un'arma in più: la loro tipica ballata dolce e saltellante che fa la gioia degli ascoltatori e dei contabili della loro etichetta. Un bel disco fatto da simpatici cazzoni.
"da Jammai nr. 8 - 11/95"

POLICE "Live" - A&M

Questo disco è per coloro che hanno dimenticato cosa vuol dire la parola "innovativo". I Police erano innovativi. Bei tempi quelli, non passava settimana che non ci fosse un disco epocale, di qualsiasi genere si trattasse; non come oggi che sembrano fatti tutti con la fotocopiatrice (scusate, ogni tanto il mio alter-ego sclerotico prende il sopravvento...). Rimane il fatto che se avete pochi soldi e cercate la vera anima del punk, riponete i Rancid (ne uscirebbero con le osse rotta dal confonto) e consumate il primo cd, il secondo regalatelo a uno di quei tizi che salta il pranzo per potersi pagare il cellulare a rate.
"da Jammai nr. 8 - 11/95"

RICHARD H. KIRK "The number of magic" - Warp

Veramente magico questo lavoro di Kirk (già capitano dei Cabaret Voltaire) anche se casualmente mi sono trovato ad acquistarlo in Francia dove l'ho pagato, al cambio, cinquacinquemilalire!!! Alla faccia dei soloni di casa nostra che imbrattano pagine di giornali sostenendo che l'Italia è il paese dove i ciddì si pagano di più (proprio loro che se non ottengono un pass gratuito per un concerto piangono sei mesi!) Il tracollo economico non mi ha però impedito di gustare questa ottima compilation di fremiti e sussulti elettronici che, a scanso di equivoci, è molto più coinvolgente di tanto finto-core di questi ultimi tempi. A volte sono i bit sono più spontanei del sudore...
"da Jammai nr. 8 - 11/95"

GREEN DAY "Insomniac" - Wea /// RANCID "...and out come the wolves" - Epitaph

E' difficile parlare di punk a cinque anni dal 2000, ma soprattutto a quasi venti dalla sua originaria esplosione. E' giusto però che i ragazzi, nati proprio quando il fenomeno era casomai già diventato new wave o post punk, si gustini il pogo e quella bella scarica di one-two-three-fuck-you! Così, come avevamo già sostenuto, è bello vedere dei ventenni andare in classifica e prendere a calci nel culo quella lagnosa merda del professor (...stocazzo!) Vecchioni o del gerarca Venditti o addirittura la Santa Protettrice delle Segretarie in Calore Maria (mi raccomando si pronuncia Maaraaiaaaa) Carey. Il problema è però un altro: questa musica con il punk non c'entra un cazzo! Sì, è veloce, è dura, possiede i ritornelli cantabili in coro, ma non ha la carica, quella vera, quella sovversiva, del punk autentico. E' risibile il discorso dell'anziano punk (quello che ccià tutti i quarantacinqueggiri introvabbili...) sul fatto che non sia più il settantasette, preoccupa invece il fatto che questa musica sia la colonna sonora di ragazzi qualunquisti che si tingono i capelli di viola la sera sotto gli occhi bonari della madre e poi il giorno dopo ritornano "braviragazzi" pronti ad accettare il mondo perbenista, con scuole di merda e regole inaccettabili di competitività sul lavoro. Del resto basta leggere le interviste dei nuovi eroi dell'acne-core per accorgersi che siamo prossimi all'encefalogramma piatto e non si deve dimenticare che, guarda caso, sono stati i giovanissimi dalle nostre parti a portare la destra catodica al trionfo. Inutile tirare in ballo queste discussioni? Già, ma fino a quando? Per la recensione risponde al nostro posto il Devoto-Oli con tutti i sinonimi della parola "rancido".
"da Jammai nr. 8 - 11/95

LISA GERRARD "The mirror pool" - 4AD

...e che la tristezza sia con voi! Così si potrebbe commentare il primo disco solista dell'altra metà del cielo, plumbeo, dei Dead Can Dance. Poi però ci si lascia prendere da questo disco uscito in estate, ma anticipatore dell'autunno. Infatti la sensazione malinconica di questo lavoro è pari a quella suscitata dalla stazione ferroviaria di Tortona in una serata di novembre. Una malinconia inarrestabile, ma necessaria, per nutrire l'anima almeno per gente come me e Pennello, inguaribilmente romantica. Dite che rompiamo le palle? In parte è vero, ma l'ottimismo a tutti i costi dove porta? A Forza Italia forse...
"da Jammai nr. 8 - 11/95

KYUSS "...and the Circus leaves town" - Elektra

Ve lo ricordate il suono del deserto, di cui si vagheggiava a metà degli anni ottanta? .... ed il rock siderale, lo rammentate? ... e va a finire che conoscete benissimo anche l’acid-rock? Insomma siete pronti per lasciare la città come il circo ed imbarcarvi in una spedizione nei paesaggi lunari dei Kyuss, i californiani che hanno inventato il suono per yuppie-freaks. Un viaggio (in tutti i sensi, visto i personaggi) che mi sento proprio di consigliarvi, dato che in questo nuovo disco i Kyuss imboccano nuove strade con esiti felici (vedi la meraviglia di “Catamaran”).
"da Jammai nr. 8 - 11/95

FILTER "Short bus" - Reprise

Vengono presentati, questi Filter, come un incrocio tra Nirvana e Nine Inch Nails, a noi invece ricordano una versione più tecnologica dei Jane’s Addiction, ma in ogni caso ci sarebbe da sbancare qualsiasi roulette indie-hits. Un disco amabile anche se un po’ ripetitivo, di cui qualcuno vi dirà che in fondo se ne potrà fare a meno. Ma in fondo, a parte il sesso e la carta igienica, di che cosa non si può fare a meno?
"da Jammai nr. 8 - 11/95"

BUSH "Sixteen stone" - Trauma

Non cercate questo disco a meno che non siate gli avvocati dei Nirvana e vogliate denunciare i Bush per plagio. Questo gruppo, che fra l'altro ha un nome che ricorda una gran brutta persona, ha venduto un casino realizzando un disco con l'aiuto del "Piccolo Chimico Grunge". Una porzione della voce di Vedder, un'altra degli "stop and go" nirvaniani, un'altra ancora della chitarra dei Soundgarden ed il gioco è fatto. E' piacevole ascoltarlo, ma lascerà traccia nella storia del rock quanto Luis Silvio (un bacio agli di Pistoia...) in quella del calcio.
"da Jammai nr. 8 - 11/95"

BLUR "The great escape" - Parlophone/Emi /// OASIS "What's the story (Morning glory)" - Creation/Sony

Già si parla di duello tra Beatles/Blur ed Oasis/Rolling Stones, a dimostrazione che i favolosi anni sessanta sono del tutto insostituibili nell'immaginario del giornalista/pecorone medio internazionale. I nostri (stronzissimi) eroi poi non si tirano indietro, così i Blur si fanno fotografare nella famosa tromba delle scale, una delle pose più conosciute dei baronetti. ...e la musica? Già c'è anche quella e per valutarla potremmo usare il metodo "Oskar-Luigi", cioè parlare male di tutti, parlandone bene. Così si può dire che sbagliano coloro che tirano merda sul nuovo brit-pop, ma non hanno però neanche tutti i torti; così come sbagliano coloro che incensano la nuova scena anglosassone, ma non sbagliano del tutto. Chiaro no? In pratica questa musica è piacevole, ma senza coglioni. P.S.: ...ma l'Inghilterra non è la patria anche dei Kinks, Who, Led Zeppelin, etc. etc.?
"da Jammai nr. 8 - 11/95"