U.N.K.L.E. "Psyence Fiction" - Mo Wax

Bel gruppo gli Z.I.O., oddìo gruppo per modo di dire… Una volta formavi una band e ti trovavi il chitarrista smanettone, che non smetteva di fare il taping neanche se gli sparavi, poi c’era il tastierista odioso “che-è-il-jazz-la-vera-musica”, il chitarrista più introverso e più scarso che passava al basso e poi c’era da diventar cretini a trovare un batterista. Oggi non è così. Vai in un negozio di tostapani (sarà questo il plurale?) e ti compri un bel computer, poi vai in una ferramenta e trovi il programma giusto. Infine in edicola troverai i dischi giusti da campionare e, se li tengono ancora, ti procuri pure un giornale musicale per sapere qual è il trend del momento. Chiami un amico che sappia dov’è l’interruttore ed ecco formata la band! Anche voi potreste essere sulle pagine di tutte le riviste specializzati. Ma state attenti se volete cazzeggiare, vi prenderanno tutti sul serio, ma se volete scrivere canzoni vere, serve altro. Gli UNKLE ce l’hanno, aspettiamo conferme.

SUNNY DEAL REAL ESTATE "How it feels to be something on" - Sub Pop

Quando si sente parlare di Seattle è normale drizzare le orecchie, anche se una volta arrivavano simpatici capelloni con camicioni e chitarroni, mentre oggi c’è questo tizio antipatico con l’aria da primo della classe, che ha pure fatto un mucchio “de sordi”, le cui gesta ci vengono riportate giorno per giorno, con grande enfasi, come se veramente la nostra vita dipendesse da questo signore che ha inventato (anzi, non è stato nemmeno lui…) quattro finestre colorate. Forse è per questo che i S.D.R.E. sono così immalinconiti; perché suonano bene, ma con lo spirito di quattro ragionieri brianzoli a fine giornata. Ecco perché ci consegnano un disco a tratti anche interessante, ma che non riesce a lasciare tracce consistenti. Hanno una strana malinconia addosso, ma non è né spleen esistenziale, né ennui che prelude alla rabbia finale, forse è perché non se li fila nessuna, mentre se si accompagnano ad un Dave Grohl qualsiasi…
"da Jammai nr. 28 - 03/99"

SOPHIA "The infinite circle" - The Flower Shop

Quando acquistate un disco dei Sophia, sapete già che cosa ci troverete dentro. Robin Proper-Shepperd, solista per caso, trova sempre però armonie e parole nuove per scandagliare la sua/nostra tristezza. Album meno essenziale del precedente, forse anche meno doloroso e molto vicino ai capolavori marchiati God Machine, ma sicuramente per amanti strettissimi e, se non fosse troppo snobistico dirlo, per pochi intimi. Del resto come giudicare un lavoro, quando il primo brano s’intitola “Senza direzione”?
"da Jammai nr. 28 - 03/99"

MINERAL "End serenading" - Crank!

Con un nome del genere credevo che i Mineral facessero “stoner” rock (Ah! Ah! Ah! Humour!) oppure, leggendo il marchietto Crank, mi potevo trovare davanti all’ennesimo gruppo del più grande bluff degli ultimi 5 anni, Ulivo e Ronaldo a parte, cioè il cosiddetto “post-rock”. Eccoci invece davanti ad intense e mielose ballate, con qualche ideuzza tardo grunge, credo non cercata. I Mineral ad alcuni non piacciono perché troppo melensi, ai più sono sconosciuti, io invece li trovo molto interessanti.
"da Jammai nr. 28 - 03/99"

KRUDER & DORFMEISTER "The K&D Sessions" - Studio K7/Audioglobe

Difficile fidarsi di due che si chiamano così, ma l’arte del remix, ancor più del mondo della musica non conosce confini e soprattutto, manda sulle prime pagine delle riviste nazioni note per tutt’altre cose. Ecco dunque che i belgi non sono solo pedofili, i giapponesi non lavorano e basta ed oggi anche gli austriaci, che finora ci avevano dato buoni dolci, belle montagne e Romy Schneider, portano alla ribalta questi pallidoni che lavorano al giradischi come Samantha Fox (l’attrice!) lavorava con la bocca. Intendiamoci l’ascolto per intero può provocare fastidi, ma sicuramente entrati nell’onda mentale dei due ci si appassiona. Niente di sconvolgente, ma a me è venuto in mente un altro lavoro “riassuntivo”: i “Basement Tapes” di Mr. Zimmermann (altro cognome teutonico, guarda caso…) Forse è questo il folk-rock del nuovo millennio.
"da Jammai nr. 28 - 03/99"

KARATE "The bed is in the ocean" - Southern/Wide

La musica di un gruppo chiamato Karate, poteva essere una specie di io-ti-spiezzo-in-due, degno di grinders e metal kids vari ed invece ci troviamo di fronte a operine minimali che di questi tempi sono molto di moda (anche se è una moda un po’ stantìa…). Non sono assolutamente necessari i Karate, ma possono farvi trascorrere un pomeriggio allegro e di questi tempi, con Clinton che, costretto dagli scandali a tenere a bada il “pippo” e a secco anche con la giustamente incazzata Hillary che non gliela vuole più dare, deve sfogare i suoi istinti, confondendo il bombare con il bombardare, credetemi non è cosa da poco.
"da Jammai nr. 28 - 03/99"

DINOSAUR JR. "In session" - BBC Music/Strange Fruit /// FLAMING LIPS "1984-90" - Restless

Notizie di un altro mondo, di un’altra epoca che sembra lontanissima ed invece era l’altro ieri. Non tanto perché eravamo più giovani, ma soprattutto perché c’era un’attitudine diversa e la musica di valore, aveva veramente un valore. Ascoltare per credere, quanti post-rockers ci vogliono per un “labbro fiammante”, quanta incendiaria inventiva c’era in queste band, ma soprattutto dove è andata a finire? Possibile che dobbiamo rimanere in ostaggio di digiei, musica da cocktail e metallo monocorde? Ascoltare per credere e, facendosi lacerare dalla voce di Mascis, ascoltare per ricordare… che una volta eravamo vivi.
"da Jammai nr. 28 - 03/99"