PATTI SMITH “Twelve” - Columbia

Questo disco volevano intitolarlo: “2007: Odissea nell’Ospizio” e ne avevano ben donde, visto i sessantanni di questa rochettara e le cover che si è andata a scegliere. Diciamo la verità: io sarò pure un signore di mezza età, ma ormai se le riviste specializzate dedicano più pagine alle ristampe che alle novità (notare la rima baciata...) e sempre più spesso ci troviamo a parlare di album di rifacimenti e non intesi come lifting. Qui si osa l’inosabile e più che da rompersi le palle c’è da farsi spezzare il cuore. Un album che contenga “Are you experienced?”, “Helpless” e “Gimme Shelter” fra le tante canzoni fa venire i brividi. Chi pensa però che la nonnina new-wave si sia fatta il suo geriatrico karaoke personale si sbaglia. Questo è un autentico atto di amore verso il rock fatto senza sbavature e la lacrima facile non scorre affatto, soprattutto per il coraggio mostrato (riproporre “White rabbit” non è per niente facile), l’intelligenza nello scegliere i brani, classici sì, ma non così inflazionati e la misura negli arrangiamenti che vedono una “Teen spirit” folkeggiante ed il brano di Stevie Wonder (ma i più ricorderanno il rap di Coolio) trasformato in un miracolo minimalista. Sarebbe da far studiare a scuola, se solo ce ne fosse una in giro, anche perché qui la cosa che emerge su tutte è la straordinaria voglia di divertimento. Non ci credete? Mettete su “Soul kitchen” e se siete capaci di stare fermi, complimenti: vuol dire che siete morti.
"da Cacofonico nr. 40 - 05/07"