TRICKY “Knowle West boy” - Domino

Oggi è chiaro che Tricky non è un genio, ma anni fa non la si pensava così. Certo è comunque un bel manipolatore di sensazioni. Questo disco secondo molti lo riporterebbe ai fasti di un tempo, ma a noi non sembra. Delle primissime cose manca la tenebrosa ossessione che sosteneva tutti i brani, qui pare più rilassato anche se certo non sedato dalla pochezza che troviamo nella musica di tutti i giorni. Resta l’istinto dell’esploratore che però questa volta non l’ha portato in luoghi insoliti, ma piuttosto in località turistiche alla moda. Si parte con uno spleen blues e via che si va di reggae, di pop intelligente rivisitando la meravigliosissima (non si dice lo so, ma per lei questo ed altro) Minogue, poi hip-hop e soul. Siamo sempre ad alti livelli, anche se a volte la sensazione da Musicisti “Sans Frontiers” alla Moby è un po’ fastidiosa. L’asso viene calato a metà del disco con la magnetica “Past mistake” (un titolo che è tutto un programma) dove l’atmosfera si fa torrida e cangiante e Tricky mostra di essere il peso massimo di cui molti parlano. Se voleva riaffermare una qualche forma di supremazia all’interno del bristol-sound, c’è quasi riuscito, ma se voleva sconvolgerci non ci ha certo alzato la frequenza del battito cardiaco, ma in un mondo come questo è sempre più difficile.
(dal Cacofonico nr. 55 - 08/08)