SEPULTURA "Roots" - Roadrunner

Radici?! In effetti potrebbe trattarsi della giusta visione del mondo per una band che inneggia all'interramento già nel nome che si è scelto. Qui comunque, si parla proprio di quelle "radici" , quelle stramaledette "radici" che ogni tanto qualcuno tira fuori per motivare seriamente il proprio lavoro, anche se poi fa musica da Festivalbar . Questo vale per Mario Merola che per Bruce Springsteen (a proposito Pennello, avevi ragione a dire che un deficiente, altrimetni non andava a Sanremo. Ho già provveduto a bruciare tutti i suoi dischi) ed ora, incredibile ma vero, anche i discepoli degli Slayer fanno scomparire l'odore di nazismo dei padri putativi, spalancando le finestre sul politcallicorrect. Ecco brani dedicati a Chico Mendes ed altri in compagnia di indios amazzonici (pallosissimi, ma tranquilli... non c'è traccia di Sting!). Solo gli allocchi possono credere che questa sia una svolta per il metal, ma è sicuramente un primo passo per il suo svecchiamento, anche perché sono della partita (i Sepultura sono tifosi dell'Inter, saranno contenti i Boys, tanto per stare a destra) Mike Patton ed elementi dei Korn, cioè alcuni dei creativi più fertili del sound estremo.

MORRISSEY "Southpaw grammar" - BMG

Brani inspiegabilmente lunghissimi ed ossessivamente ripetitivi. Assoli di batteria recuperati dagli infausti fasti di Emerson Lake & Palmer. Evidentemente, mentre tutto il brit-pop punta al recupero del materiale alto del rock inglese (dai Kinks ai Buzzcocks, fino ai suoi Smiths) lui, per distinguersi dagli altri come sempre, ha rovistato in mezzo alla merda ed ha centrato l'obiettivo, perché "Southpaw grammar" è una cagata. Il disco peggiore di Morrissey e ve lo dice uno che ha amato Moz almeno quanto a Napoli hanno amato il grandissimo Diego Armando.
"da Jammai nr. 10 - 03/96"

MINISTRY "Filth pig" - WB

Tra questo nuovo album ed il precedente "Psalm 69" c'è la stessa differenza che corre tra Pennello e Claudia Schiffer (messer Meli è molto più simpatico...) e dispiace dirlo, ma l'ultimo lavoro non entusiasma. Peccato perché con le elezioni che si avvicinano, un disco che s'intitola "lurido maiale" ci avrebbe sicuramente fatto comodo. Qualche buona intuizione, tante ingenuità e stpidaggini da metal-band qualsiasi, come la cover dylaniana, dove riescono ad essere trasgressivi quanto i varietà televisivi con Pippo Franco (quelli di adesso, una volta era tutta un'altra storia...). In poche parole: una delusione.
"da Jammai nr. 10 - 03/96"

LOOP GURU "Amrita" - North South

Sapete che esiste una discoteca della mente? Forse esiste solo nella mia mente, perché sono completamente rintronato, ma mi piace pensare che esista un club dove la gente far scendere in pista il meglio di sè stessa e non, come accade abitualmente, tutta la propria letale sete di rivincita nei confronti del mondo che ha avuto solo il torto di non accorgersi di noi. In un posto del genere (chissà perché mi viene in mente "Exotica" di Egoyan... non l'avete visto? Allora vi meritate proprio "Killing Zoe" ed "I soliti sospetti"...) la musica deve essere multicolore ed il beat deve andare a tempo con il nostro cuore e non con il (vostro, perché io non ce l'ho di certo...) Rolecs. Le note non devono avere confini. I Loop Guru non sono europei, né asiatici, né americani, né africani, né aborigeni, oppure sono tutto questo insieme. Che siano di Atlantide?
"da Jammai nr. 10 - 03/96"

GOD LIVES UNDERWATER "Empty" - American/BMG

Se qualcuno di voi, urtando con il ginocchio lo spigolo di un tavolo, ha visto la Madonna in bicicletta, mediti su questi pensilvanici (si chiameranno così gli abitanti della Pennsylvania?) che credono che Dio viva sottacqua. Indipendentemente dalle visioni religiose questo è uno dei dischi più belli dell'anno appena trascorso e, come al solito, non se ne è accorto nessuno. La cosa è strana è che alla produzione c'è Rick Rubin, non propriamente uno sconosciuto. Rock diamantino con utilizzo di suoni più low-tech che low-fi. Non provavo un'emozione così forte da molto tempo.
"da Jammai nr. 10 - 03/96"

JULIAN COPE "20 mothers" - Echo

A forza di usare sostanze che espandono la mente il buon Giuliano si è convinto, diversamente da noi, che di mamma non ce n'è una sola, bensì venti! E le ha messe tutte in copertina, compresa la sua, che è riconoscibilissima. Se con titoli e packaging (bellissimo quello del doppio vinile) riesce ancora a sorprenderci, la sua musica è meno coinvolgente. Forse perché è più felice o meno sconvolto, ma le quattro fasi del suo lavoro (ormai un classico, sia suo che degli esami per la patente) portano ad una quinta fase: quella dell'appannamento.
"da Jammai nr. 10 - 03/96"

BOSS HOG "Boss Hog" - Geffen

In molti dicono che questi ulteriori trasfughi dei Pussy Galore, lavorando ai fianchi il trito e ritrito recupero delle radici, abbiano realizzato una delle opere più eccitanti degli ultimi mesi. Gli X allora chi erano, i Cavalieri dell'Apolalisse? ...ed i Cramps? Certo il disco è amabile e la cantante (maritata, guarda caso, con Jon Spencer) è quella che anche il Leopardi avrebbe definito una bella gnocca, ma solo in una scena musicale così avvilente come quella di questi tempi si poteva gridare al miracolo per un prodotto così.
"da Jammai nr. 10 - 03/96"