CALEXICO "Hot rail" - City Slang

E’ stato in assoluto il “disco dell’estate” ed è strano parlarne ora che stiamo già mettendo i regali sotto l’albero, ma ci è sembrato doveroso parlarne visto che dal nostro punto di vista “Hot Rail” non è stato considerato la gemma che effettivamente è. Non manca nulla a questo disco che una parola orribile vorrebbe a tratti etnico ed in altri momenti “di frontiera” (altra abusatissima definizione…). Appena uno sente odore di deserto, saltano fuori le congetture sulle allucinazioni, i funghi (non quelli per il risotto) e la borderline. Certo dal DNA mex-tex sfuggi se sei nato a Cavarzere, mentre per i Giant Sand è più difficile, ma anche questa storia della musica visionaria ha un po’ rotto i coglioni. Non per niente qui c’è una bella “Ballata di Cable Hogue” che porta dritti a Peckinpah, uno che il sangue nelle vene ce l’aveva sul serio, anche se il film di riferimento mi sembrava più giusto essere “Bring me the head of Alfredo Garcia”, disperato e romantico, proprio come “Hot Rail”. Se non ve ne siete accorti correte ai ripari.
"da Jammai nr. 36/37 - 08-09-10-11-12/00"

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