VELVET UNDERGROUND "Peel slowly and see" - Polygram /// THE BEATLES "Anthology" - Apple/EMI /// ROLLING STONES "Stripped" - Virgin

Lo so che sono il solito rompipalle/revivalista, ma il cofano dei Velvet vorrei consigliarlo a tutti coloro che si credono troppo bravi. Da ascoltare in ginocchio, mentre si chiede perdono, per la propria arroganza. Goodbye Sterling. Riascoltare i Beatles invece è come rivedere i goals dell’Italia al Mundial 1982: si viene avvinghiati da un gioioso sentimento di nostalgia. Alternative takes, different version, urletti delle fans, brani assurdi (The Fab Fours plays “Besame Mucho”!) e dichiarazioni più o meno famose vi scaraventeranno indietro nel tempo, in piena Beatlemania. Le idee però sono sempre attuali, visto che una delle canzoni più belle di questi giorni, “Free as a bird”, ha quasi vent’anni. Per quanto riguarda “Stripped” invece metteteci una pietra, casomai rotolante, sopra. L’operazione è simile a quella dei Baronetti, cioè rastrellare più denaro possibile, ma mentre “Anthology” recupera vecchio materiale polveroso, ma prezioso, qui ci troviamo di fronte all’ennesimo inutile live registrato di recente da Jagger e soci, dove fanno la solita figura da infartuati degli ultimi dieci anni. Del resto, se si è rotto i coglioni Bill Wyman, perchè dovrebbe andare diversamente a noi, che i soldi manco li incassiamo? Ricordando i sixties: fareste uscire vostra nonna con un Rolling Stone?
Firmato: NOSTALGIC O’HARA
"da Jammai nr. 9 - 01/96"

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