BRUCE SPRINGSTEEN "The ghost of Tom Joad" - Columbia

Del Boss si è detto di tutto. C’è chi lo ama a tal punto da incensare, anche sotto tortura, i due ultimi, orrendi album; c’è chi invece lo odia solo perchè odia tutto quello che è americano; c’è anche chi sostiene che sembra un deficiente. La colpa di Springsteen in verità, è solo quella di aver frequentato negli ultimi tempi della gentaccia come Sting; così ad un certo punto della sua vita, fra un matrimonio e l’acquisto di una villa in California, si è messo in testa di diventare un divo pop. Ora però ha sentito il “richiamo della tempesta” quella che s’intravedeva dal parabrezza sulla copertina di Nebraska ed è tornato ad occuparsi di quell’America minore che poi gli ha dato i natali. Un’America che è minore per modo di dire, visto che gli emarginati delle sterminate periferie statunitensi sono sicuramente più numerosi dei bastardi cocainomani di Beverly Hills (90210?). Da ascoltare anche per evitare al folk quella morte per asfissia, che gente come i Gang gli sta provocando.
"da Jammai nr. 9 - 01/96"

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