ALICE IN CHAINS "Alice in Chains" - Sony

Che succede in quel di Seattle? A sentire la band di Staley ci si ripiega su sè stessi, dopo il fragore dei primi anni novanta. Le avvisaglie c’erano già state con i Mad Season, via i fuzz alla ricerca di linee melodiche inquietanti. Questa ricerca giunge al termine oggi, con questo capolavoro di equilibrio fra suono seventies e modernità. I dolorosi arabeschi delle chitarre e quella voce sempre più malata (non di Aids però, come si divertono ad urlare i giornali, come se il rock fosse una questione di globuli rossi) toccano corde emotive da tempo dimenticate. Senza cercare il plauso tecnocrate come Corgan, nè le folle oceaniche di Vedder, questo lavoro commuove per semplicità, come il povero botolo della copertina, senza una zampa, ma con mille avventure da raccontare. Infatti ci sentirete tutto qui dentro dai primi Genesis, alla ballata che gli Urge Overkill non riusciranno mai a comporre, messa alla fine del disco.
"da Jammai nr. 9 - 01/96"

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