AFGHAN WHIGS "1965" - Columbia

Si dice che il titolo sia nient’altro che l’anno di nascita di Dulli, ma per la cosa provo la stessa emozione e curiosità che mi suscita la nascita dell’Euro, (in poche parole: non me ne frega un cazzo…). La cosa importante è che il caro Gregg, insieme alla sua spocchia, o introversione dicono altri, che così tanto entusiasmo suscita in Pennello, non ha perso il suo smalto di compositore. Qualcuno ha parlato male del precedente “Black love”, ma non era in buona fede, soprattutto se invece ha trovato egregio questo “1965”, perché fra i due non ci sono grosse differenze. Non parliamo di pietre miliari, ma di una delle tante strade che il rock americano dovrebbe imboccare per evitare le secche creative di questi ultimi anni e vedere se, finalmente, succede qualcosa di nuovo.
"da Jammai nr. 27 - 01/99"

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