ORB "Oblivion" - Island /// AUTECHRE "E.Chiasti:Slide" - Warp

Il mondo è veramente strano. Qui da noi le imprese sono in crisi, ma stanno facendo le botte per accaparrarsi Ronaldo sborsando 51 (dico : cinquanta e uno) miliardi (dico : miliardi), poi Maldini, considerato fino a poco tempo fa un deficiente, probabilmente vincerà i Mondiali del 1998. Infine, questo veramente strano, Berlusconi piange per gli albanesi, ma in fondo è giusto che se ne occupi lui, visto che è guardando le sue trasmissioni che credevano di trovare da noi il Paradiso Terrestre, con tanto di San Mike che moltiplica pani e prosciutti. Il mondo è veramente strano. A me per esempio gli Orb non sono mai parsi dei geni. Pur riconoscendo la loro importanza, devo dire che le loro divagazioni in codice binario non mi hanno mai coinvolto più di tanto, a differenza di altre realtà della scena electro inglese. Questo “Oblivion” non sfugge alla regola, visto che rimastica, fra le tante cose, anche vecchi spettri sakamotiani. Gli Autechre invece sono più particolari, ma ancora leggermente immaturi. Il loro si può definire folk del cyberspazio, così attento proprio alle radici del suono elettronico puro, al bit immacolato delle origini, ma la lunghezza di un intero album è per loro ancora proibitiva. Semplici perplessità o primi avvisaglie di un genere che sta mostrando la corda ?
"da Jammai nr. 17 - 05/97"

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