PINK FLOYD "Pulse" - EMI

Riascoltando i Pink Floyd oggi, provo la stessa sensazione di quando rivedo Craxi ed in effetti è facile tracciare un parallelo: entrambi rubano i vostri soldi. Questo ennesimo documento, un album dal vivo di gente morta da un pezzo, viaggia tranquillamente su una quotazione intorno alle 70 carte e oltre. Sarà perchè è fornito di pregiatissimi led luminosi, che costeranno ben mille lire al quintale o perchè è un altro preziosissimo “falso storico”, oggi attivamente ricercati dagli antiquari; in quanto come possono essi definirsi “Pink Floyd”, senza la presenza di Ruggero Acque? Sarebbe come se AN si liberasse di Fini o le Giovani Marmotte di Qui, Quo, Qua (anch’essi giovani di destra, a pensarci bene). Allora, secondo voi, perchè ci occupiamo di questa presa per il culo sonora? E’ presto detto: perchè è proprio questo rock quotato in borsa a darci la forza per scavare all’interno della scena underground in cerca di nuove, sempre più rare purtroppo, gemme sonore. Quindi, cari merdosi snob dell’alternativo, non lamentatevi tanto se in testa alle classifiche ci vanno i Green Day od altri “Take That dai capelli verdi”, piuttosto che queste carogne putrefatte, è sempre meglio la musica nuova in cucina....
"da Jammai nr. 6 - 07/95"

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