La leggerezza del tocco

Sarà per la stagione che passa dall’inverno all’estate e ritorno nel raggio di ventiquattr’ore, ma la mia attenzione di questo mese si rivolge ad opere che fra loro hanno poco in comune e le alterno nel mio lettore ottenendo effetti devastanti sulla mia psiche già fortemente debilitata dal mondo circostante. Che cosa è soffice o duro per le nostre orecchie e perché a fronte della musica detta leggera non si è mai parlato di musica “pesante”, ma “impegnata”? Partiamo da una delle mie grandi passioni di sempre pur non essendo io un “culattone” come direbbe qualche illuminata camicia verde: i Pet Shop Boys. Più che “leggeri” io li ho sempre sentiti “leggiadri”, in grado cioè di dare un tocco di buon umore alla giornata, anche dopo aver ascoltato un discorso del premier, i belati dell’opposizione e le relative smentite e questo disco, “Yes”, è ciò che serve di questi tempi. A fronte della synth(ma non troppo)-band , metto quello che considero una delle migliori metal-band del mondo: i Brutal Truth. Il loro “Evolution through revolution” già dal titolo la dice lunga e penetrare all’interno di questo blocco incandescente di violenza pura è impresa ardua, un genere che chiamerei “brunetta-metal” tanto è insopportabile, anche se a differenza delle altezzose dichiarazioni del ministro (“Ministro? Con quella faccia? Ma mi faccia il piacere!” grande principe De Curtis…) queste canzoni (oddio canzoni…) lasciano una spaventosa energia dentro l’ascoltatore. Giù di lì vanno anche i Ministry che ci salutano affatto mestamente con la registrazione di un concerto micidiale e lo intitolano “Adios! Puta madres (Live)”. Pensate un po’: se i Nomadi decidessero finalmente di togliersi dalle palle e chiamassero il loro ultimo album: “Porca Mad… Live!”, ma siamo nel campo della fantasia… Stesso terreno dove si sono ritrovati due reduci degli anni tra i settanta e gli ottanta; parliamo di John Foxx e Robin Guthrie che in “Mirrorball” infondono elettronica leggera, chitarrismo e vocalità eterea in un’opera che non è un capolavoro, ma si fa preferire di certo a certe porcate elettroniche che van per la maggiore sulle riviste specializzate, ma non su questa, dato che la nostra unica specializzazione è proprio la leggerezza.
(dal Cacofonico nr. 65 del 06/09)

Nessun commento: