NINE INCH NAILS "The fragile" - Nothing/Interscope

Evidentemente ai songwriter di questa generazione non basta più incidere album, prendere droghe, spararsi, inneggiare satana, dichiararsi trisessuali, produrre film, devono tentare di passare alla storia come novelli Mozart in grado di scrivere sinfonie o suites dodecafoniche od album concept. In pratica non bastano più le folle oceaniche dei concerti alternativi o quelle ancor più immense delle platee televisive del gusto omologato di emtivì (a proposito: a me se la oscurano non me ne frega un cazzo e a voi? Lanciamo un sondaggio!), ma devono essere considerati da tutti dei geni. Ecco che come il sepolcrale leader degli Smashing Pumpkins, Reznor ci sottopone al titanico sforzo di ascoltarci un doppio cd zeppo di tutte le sue paturnie. Sai le risate che si fa all’altro mondo Cobain a cui bastavano tre minuti per dire tutto. Comunque il problema è un altro: questo filone di industrial è come il cinema francese, da anni dice sempre le stesse cose. C’è poco da fare: se i primi anni del secolo furono definiti Belle Epoque, gli ultimi dieci tra due/trecento anni verranno identificati come “Brutte Epoque” perché a quei tempi avevano Proust, Mann e Kafka, mentre noi ci dobbiamo accontentare di Busi o Welsh. Ad ognuno il “genio” che si merita.
"da Jammai nr. 01/00"

Nessun commento: