CHEB KHALED "Sahra" - Barclay

Altro che London’s Burning... è Algeri ora a bruciare veramente. Fiamme di odio, odore di guerra e non solo civile ; sapore di povertà, storie di gente che non ha nulla da perdere, se non sé stessa e perde sé stessa dietro ciechi disegni omicidi. Dio, Allah, Buddha, Visnù e chiunque altro operi nell’Alto Dei Cieli, benedica artisti come Khaled, che, giorno dopo giorno, non fanno altro che commettere il terribile crimine di trasmettere la gioia di vivere. Questo suo lavoro è molto simile a tutti i suoi precedenti, mischiando tradizione maghrebina, canzone francese e suoni caraibici, ma non stanca mai. Forse perché l’energia che il buon Khaled mette nei suoi dischi è forte e sincera ed arriva dritta al nostro cuore. Alcuni potranno considerarlo solo un albumetto commerciale ; saranno gli stessi che parlano di tradimento dell’autentica musica etnica, degni compari di coloro che vaneggiano di vendere l’anima al diavolo. Mentre ascoltavo “Sahra” decine di persone in Algeria venivano sgozzate ed in Francia veniva votata la legge più razzista dai tempi del caro Adolf ; inutile dire che nel nostro parlamento è seduta gente che vorrebbe aprire campi di concentramento per omosessuali. E’ questo mondo, non un altro ed artisti come Khaled, anche se non cambiano il mondo, possono almeno farci sentire meglio.
"da Jammai nr. 16 - 03/97"

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