ANATHEMA "Eternity" - Peaceville /// BRUTAL TRUTH "Kill trend suicide" - Relapse /// CRADLE OF FILTH "Dusk and her embrace" - M.F.Nations

MOONSPELL "Irreligious" - Century Media

Abbiamo già sancito la morte dell'heavy metal ed in questo siamo stati suffragati dalle pubbliche confessioni dei Metallica, ma puntualmente, nell'attimo stesso in cui un genere musicale si trova a spirare, l'animaccia sua torna a materializzarsi nelle forme più classiche ed incontaminate. Ecco allora il ritorno del sound lungocrinito, iperchitarristico ed enfatico che ci provoca certo meno dolore del ritorno di "Stranamore" sugli schermi italici, ma bisogna distinguere tra le prelibatezze ed il junk-food. In quest'ultima categoria ci infiliamo sparati i Cradle of Filth che, a parte il makeup dozzinale, al cui confronto i White Zombie sembrano creazioni di Valentino, haute couture poi, nemmeno casual, sfornano il classico album di speed darcheggiante con divagazioni canore dal catacombale all'iperfalsetto. Una mostruosità, ma non nel senso che intendono loro. Se volete piantare il/la vostro/a ragazzo/a e non sapete come fare regalategli/le questo disco. Gli Anathema sono invece un gruppo senza particolari asperità anzi certe melodie ricordano Cocciante, quello bravo però, non quello degli ultimi dieci anni, che a dire il vero sono le cose migliori, visto che ogni tanto la bandsi perde in giri progressivi che ormai han fatto il loro tempo. Molto meglio, direi i migliori del lotto, i Moonspell che seppur muovendosi in atmosfere dark (occhio! sarà il prossimo trend...) rinnovano la tradizione con giri chitarristici di estrazione pop che danno un sapore assolutamente inedito al lavoro. Chiudiamo con i Brutal Truth dicendo che con tutti gli altri non c'entrano nulla essendo i consueti terroristi sonici e che l'ultimo, breve lavoro (circa mezz'ora) li conferma ai vertici della musica estrema insieme a Korn e Fear Factory. Anche il loro "Kill trend suicide" però si segnala per una maggiore attenzione nei confronti del metal più classico. A tutti ricordiamo che in edicola è uscita una splendida versione dello "Stabat Mater" di Pergolesi, capolavoro doom-dark in anticipo di trecento anni sui Black Sabbath.
"da Jammai nr. 15 - 01/97"

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