JOHANN JOHANNSSON “Fordlândia” - 4AD

C’è una gran voglia di neoclassicismo in giro. Sarà per questo bizzarro periodo in cui la plastica ed il fast-food intellettuale imperano, ma pare che il “lungo respiro”, il movimento elegante, a volte sontuoso, facciano battere i cuori molto più del tunza-tunza delle radiucole che fanno da sottofondo alle nostre vite. Questo signore dal nome nordico è chiaramente un nordico, non nel senso che vorrebbe dare Bossi a questa parola, ma certo di latino qui non c’è proprio nulla. Si sprecano anzi gli aggettivi come algido e glaciale, ma solo per pigrizia, un po’ come accade per il “suono del deserto” con certo rock o la definizione “sanguigno” appiccicato sempre a soul e blues. Non manca certo il calore in questo lavoro, dove nel solco di certe fascinose colonne sonore di film immaginari, si inseriscono inserti elettronici affatto disturbanti. E’ musica europea questa; una musica cioè che partendo dalla lontana tradizione dei maestri, viene reinventata ai nostri tempi e fatta marciare al nostro passo. E’ probabile che questi temi li abbiate sentiti in altre composizioni, ma una volta iniziato l’ascolto sarà veramente difficile liberarsene, soprattutto in giornate in cui il paesaggio intorno a voi, tanto per tornare ai luoghi comuni, si farà invernale. Da abbinare all’ascolto dell’album della Gerrard con Klaus Schultze, ma ci potremmo aggiungere i Mammiffer.
(da Cacofonico nr. 59 del 12/08)

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