ORNELLA VANONI “Più di me” – Sony/Columbia

Non mi sono rimbambito tranquilli. Questa in verità è un’anti-recensione, cioè non è una stroncatura, ma una semplice dissertazione fatta dall’antropologo che è in me. Questo cd è senza senso alcuno, ma è rivolto ad un target di persone che continuano ad acquistarli. Ascoltandolo però si fa largo la strana sensazione che il nostro mondo non sia reale. In quello vero tutte le cantanti si chiamano “La” (La Vanoni, La Zanicchi, La Mina, La Milva etc.) i signori possiedono belle fabbriche e non sono avventurieri da quattro soldi con i capelli phonati, la tv inizia le trasmissioni alle cinque del pomeriggio e termina a mezzanotte, perché per il resto basta la vita vera. Ci sono ancora le classi sociali è vero, ma tutti sembrano più o meno felici della loro condizione e non hanno voglia di uccidersi tra loro per avere qualcosa in più. Nel mondo vero il giorno e la notte si susseguono e non si vive in un continuo pomeriggio isterico e chiassoso. Qui la parola d’ordine è: fascino. Ecco allora che il cd prende senso, perché vi racconta la vita come dovrebbe essere, ma attenzione la nostalgia non c’entra nulla. Suonato benissimo e arrangiato meravigliosamente, l’ascolto ci fa scoprire che i brani vecchi sono migliori di quelli nuovi e che i cantanti di una volta (compreso Dalla, mai così bravo da 20 anni a questa parte) sono più bravi dei giovani; tutti però se la cavano bene, pollice verso solo per l’Eros nazionale, ma lì il caso è veramente disperato. Se vi vergognate di farvi sentire dal vostro vicino punkabbestia, o di vostro fratello rapper, od anche di vostra madre che per stare al passo con i tempi si è appassionata alla niu-niu-niu-ueiv, andate a farvi un giro in auto, alzate il volume, cantate a squarciagola e vi sentirete meglio.
(da Cacofonico nr. 58 del 11/08)

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