JEFF BUCKLEY "Grace" - Columbia

Mi sono sempre stati sulle palle i figli d'arte (Christian De Sica, Ylenia Carrisi, Bobo Craxi...) raccomandati di merda senza un briciolo di classe. Questa volta c'è da ricredersi perché il piccolo Buckley odia suo padre Tim (che in pratica non ha mai conosciuto), ma ama il suo dna. Ecco allora uno dei dischi più sorprendenti della canzone d'autore americana. Antiche suggestioni buckleyane ritornano in un contesto moderno che è già patrimonio di altri validi artisti (vedi Grant Lee Buffalo). Il sonno degli "slackers" evapora lungo le highways d'America. Il miglior cantautore (io non odio questa parola) dei prossimi dieci anni.
"da Jammai nr. 3 - 01/95"

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