SIOUXSIE "Mantaray" - Polydor/Universal

OK Susan Ballion ha cinquant’anni, è già stato detto. Nell’accozzaglia di banalità ci possiamo aggiungere: primo disco solista, ex regina del dark ed icona gotica. Perfetto, chiuso il passato, arriviamo al presente, quello di un’artista che dopo aver cantato una sofferenza reale ed intima sottoforma di glaciali nenie, si rimette in gioco con una serie di brani sorprendenti seppur legati a stilemi facilmente riconoscibili. Sono proprio queste fonti di ispirazione a colpire maggiormente. Ritmiche possenti e pianoforti da crooner, sventagliate orchestrali e preziosismi cibernetici, chitarre distorte e sassofoni incandescenti : tutto questo ed altro per supportare una voce algida che si staglia al di sopra di tutto e di tutto; proprio come ha sempre fatto Siouxsie stessa, in grado di tenere in soggezione qualsiasi pubblico con la sola forza dello sguardo e di cancellare la presenza di Robert Smith al suo fianco sul palco (e io c’ero, cari cercatori di emozioni…). Vai allora con un’altra banalità: disco della maturità; ma lei non è arrivata, tutt’altro. Anzi, sta per ripartire, con un fascino inattaccabile ed molto più bella della scontrosa ragazzina del “Bromley contingent”, portatrice di dolorose esperienze, ma sempre in grado di guardare avanti perché “If it doesn’t kill you….”
"dal Cacofonico nr. 47 del 12/07"

2 commenti:

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